Zion Suzuki, il giovane portiere del Parma, è al centro dell’attenzione nei giorni che precedono la sfida contro l’Inter. In un’intervista rilasciata a Repubblica, ha condiviso le sue riflessioni sul calcio, le sue ambizioni e i suoi modelli di riferimento. Scopriamo insieme le dichiarazioni di Suzuki, che rivelano non solo il suo entusiasmo per dettagli e novità ma anche il suo spirito competitivo.
Zion Suzuki, con i suoi 22 anni, non ha vissuto l’epoca di Captain Tsubasa, celebre cartone animato giapponese che ha influenzato generazioni di calciatori. Eppure ha il suo punto di vista interessante su queste rappresentazioni. «Sono troppo giovane per Captain Tsubasa, dice, io sono cresciuto con Inazuma Eleven». Queste parole portano a riflettere sull’importanza dei media nel formare una mentalità calcistica. Inazuma Eleven, pur raccontando il calcio in modo meno realistico, secondo Suzuki offre trame più avvincenti. Un’affermazione che porta a evidenziare come il mondo del calcio odierno si mescoli con le sue rappresentazioni artistiche, creatività che stimola nei giovani talenti il sogno di diventare stelle.
Quando si parla di scelte di carriera, le opportunità possono sembrare infinite, specialmente per un giovane talentuoso come Suzuki. «È vero che ho rifiutato il Chelsea e il Manchester United?» chiede. E prosegue chiarendo: «Quando ero in Giappone, mi cercavano dalla Premier League, ma in Belgio avrei giocato di più». Questo tipo di riflessione mette in luce la complessità che circonda la crescita di un calciatore, dove ogni decisione può influenzare il suo percorso. La Serie A, nota per il suo alto livello di competitività e skill, risulta una scelta apprezzata da Suzuki, ora felice della sua scelta.
Parlando di ispirazioni, Zion Suzuki non ha esitazioni. Ha parole d’ammirazione per Ederson, portiere del Manchester City, definito un “fenomeno” non solo per le sue doti tra i pali, ma anche per il suo modo di giocare “con i piedi”. Il portiere del Parma punta a emulare il suo idolo, ma non dimentica di menzionare anche leggende come Buffon e i giovani talenti emergenti come Donnarumma. Tuttavia, c’è una figura che spicca nella sua mente: Vicario del Tottenham, descritto da Suzuki come un portiere con riflessi incredibili, capace di parare tiri impensabili. Questa varietà di modelli evidenzia la ricchezza di esperienze nel mondo del calcio.
In un’epoca dove la tecnologia gioca un ruolo fondamentale anche nello sport, è interessante vedere come anche Suzuki utilizzi innovativi strumenti nel suo allenamento. «Sommer, in allenamento, usa occhiali speciali per riflessi? Anche io li uso, sono utili», dice. Strumenti come BlazePod, piccoli pulsanti luminosi che aiutano a sviluppare riflessi, sono diventati parte integrante del suo approccio. Aggiunge anche il sistema Neurotracker, un dispositivo che proietta sfide visive su uno schermo. L’apertura alla tecnologia dimostra un approccio moderno e lungimirante, che può portare a miglioramenti significativi nelle prestazioni.
Spostando il focus sugli avversari, Suzuki non ha dubbi su chi spicchi tra le stelle dell’Inter. «Temo molto Dimarco, ha un tiro impressionante e che cross!», afferma con sicurezza. Nella preparazione a una sfida di così alto livello, sapere chi si affronta diventa cruciale. Ma, nonostante il suo rispetto per gli avversari, l’attenzione resta focalizzata sugli obiettivi del Parma. Quando si parla di scudetto, la risposta è chiara: «Non mi interessa. Voglio fare di tutto per portare il Parma al più alto livello». La salvezza è il primo traguardo, e dalla determinazione di Suzuki emerge la ferrea volontà di lottare in campo, poco importando delle distrazioni esterne.
Zion Suzuki, con le sue dichiarazioni, non è solo un portiere in erba ma una figura che dimostra come la passione, l’innovazione e la consapevolezza siano ingredienti essenziali per eccellere nello sport.