Quest’anno, il solstizio d’inverno si verifica venerdì 21 dicembre alle 10:20 del mattino, secondo l’orario italiano. Questo evento straordinario non solo segna l’inizio della stagione invernale, ma è accompagnato da significati astronomici e culturali unici. La data del solstizio è a tutti gli effetti un momento centrale nell’emisfero nord, perché segna il giorno più corto ed è caratterizzato dalla notte più lunga dell’intero anno. Scopriamo insieme cosa succede realmente in questo giorno tanto speciale, mettendo in luce il fenomeno del solstizio e il suo significato più profondo.
Il solstizio d’inverno non è solo una data sul calendario. È considerato l’inizio ufficiale dell’inverno astronomico. Ogni anno, ci sono due solstizi che conosciamo: il primo avviene a giugno e corrisponde al solstizio d’estate nell’emisfero boreale, mentre il secondo si verifica a dicembre, segnando l’inizio dell’inverno. Ma che cosa succede esattamente nel giorno del solstizio? Ecco svelato il mistero. La Terra, come molti sanno, ruota non solo attorno al proprio asse, ma anche attorno al Sole in un grande viaggio lungo 365 giorni. L’asse terrestre, inclinato di circa 23°27′, è la causa fondamentale per la quale abbiamo l’alternanza delle stagioni.
Nel momento del solstizio invernale, i raggi del Sole raggiungono la loro inclinazione minima. Questo significa che nell’emisfero boreale i raggi solari non colpiscono la superficie della Terra in modo diretto, causando un giorno più corto. In altre parole, mentre l’emisfero sud vive un’estate calda, nel nord stiamo affrontando le temperature più basse e le giornate più buie. Qui, il Sole si trova allo zenit con una posizione direttamente sopra il Tropico del Capricorno. Questo fenomeno fa sì che sopra il Circolo Polare Artico, il Sole non si alzi neppure sopra l’orizzonte!
Se fosse possibile visualizzare tutto questo, potremmo notare anche come, se l’asse fosse perpendicolare, il Sole sarebbe sempre alla stessa altezza nel cielo, e quindi non ci sarebbero né solstizi né equinozi, creando una situazione di luminosità costante su tutto il pianeta. Quando osserviamo l’analemma – una sorta di figura a forma di otto che si ottiene tracciando il moto apparente del Sole nel cielo – il solstizio d’inverno appare come l’estremo inferiore. Questo disegno è un chiaro indicatore delle variazioni di luce nell’arco dell’anno.
quando cade il solstizio d’inverno 2024: la data e l’ora
Il solstizio d’inverno è indubbiamente un evento affascinante da seguire, ma non è un fenomeno che dura tutto il giorno. Infatti, anche se comunemente viene concepito come un’intera giornata, il solstizio si verifica con precisione in un momento specifico: nell’anno 2024, questo momento cadrà il 21 dicembre alle 10:20 del mattino secondo l’orario italiano. È interessante notare che la data del solstizio può cambiare, oscillando tra il 20 e il 23 di dicembre, a causa di surreali differenze di calendario.
Il tempo che la Terra impiega per completare il suo viaggio attorno al Sole è leggermente diverso rispetto ai giorni del calendario, il che porta a questi slittamenti annuali. Quest’anno solare dura effettivamente qualche ora in più di 365 giorni, creando una sorta di differenza che si accumula ed ecco, in parte, come accade che i solstizi “slittino” di quasi sei ore ogni anno. Gli anni bisestili, aggiungendo un giorno in più ogni quattro anni, aiutano a riequilibrare questa disuguaglianza, mantenendo così il ciclo astronomico.
perché è il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno
Se per molti il solstizio d’inverno è il “giorno più corto dell’anno”, c’è un motivo ben preciso dietro a questa affermazione, che va oltre il semplice significato letterale. Infatti, questo giorno, in quanto tale, offre il minor numero di ore di luce durante l’emisfero boreale. Questo avviene perché in questa data il Sole segue il suo percorso più breve nel cielo, facendoci sperimentare meno ore di luce diurna mentre la notte si allunga, scivolando una manciata di ore sotto l’orizzonte. Dopo questo giorno, come per magia, le ore di luce iniziano ad aumentare, fino a raggiungere il picco al solstizio d’estate.
Un’idea comune, ma errata, è che la “notte più lunga” possa ricadere, ad esempio, nel giorno di Santa Lucia, che si celebra il 13 dicembre. Tuttavia, nonostante la fascino e la tradizione che circondano Santa Lucia, la verità astronomica è che il giorno più corto è, per definizione, il solstizio d’inverno, quando la luce è ridottissima nel nord del mondo.
significato e origini del solstizio
Il termine “solstizio” deriva dal latino, e letteralmente significa “fermata del Sole”. In effetti, osservando l’analemma è facile notare che, nei giorni del solstizio, il Sole cambia la sua posizione nel cielo con molta meno rapidità, tanto da sembrare quasi immobile. Questa lenta variazione è dovuta agli spostamenti stagionali della nostra orbita terrestre: in estate, a mezzogiorno, il Sole si posiziona più in alto, mentre in inverno arriva a picchi molto più bassi. Al momento del solstizio d’inverno, le ombre a mezzogiorno raggiungono la loro massima lunghezza, mentre viceversa, nel giorno del solstizio d’estate, l’ombra è minima.
Questa festa del Sole risale a epoche antiche, affondando le radici nella cultura di varie civiltà, dalle più primitive a quelle più elaborate, queste ultime addirittura erigendo monumenti megalitici per allinearsi con il fenomeno. Questo collegamento profondo tra la natura e le osservazioni astronomiche mette in evidenza l’importanza del tempo nella vita di tutti noi, dal ritmo delle stagioni alla vita quotidiana.