Fare peggio dell’era di Pallotta sembrava un’idea irrealizzabile, eppure la coppia Dan e Ryan Friedkin è riuscita a compiere questo miracolo negativo. La Roma, storicamente una delle squadre più seguite e appassionate, sembrerebbe adesso un’entità fantasma: non solo i risultati, ma l’intera atmosfera è a dir poco desolante. È un momento critico, il punto più basso degli ultimi vent’anni per il club, e la sensazione è che la discesa possa continuare. In questa situazione, ci sono pochi colpevoli chiari e molti che potrebbero essere considerati carnefici.
Il ruolo dell’allenatore: Giuric, più carnefice che vittima
L’allenatore Ivan Juric è al centro di questo tumulto. Alcuni potrebbero pensare che lui sia una delle vittime di questo disastro, ma la verità è che appare anch’egli come un carnefice di questo sfascio generale. Entrato nel club in un clima di rispetto e delicatezza, soprattutto dopo l’esonero inspiegabile di De Rossi, le sue scelte e il modo di gestire la situazione hanno portato a un caos sempre maggiore. Giuric ha mantenuto una ferrea adesione al proprio credo calcistico, ma la realtà dei fatti è che le risorse umane disponibili non supportano affatto la sua visione del gioco.
Dopo quaranta giorni di lavoro intenso e sette partite che a suo dire sarebbero state giocate bene, i risultati non sembrano darne conferma. Invece di miglioramenti e di gioco di squadra, ci si trova di fronte a giocatori visibilmente in crisi, incapaci di reagire a questa nuova realtà. I presunti leader, come Pellegrini, non sembrano in grado di risollevare le sorti della squadra. Eppure, paradossalmente, tutti sembrano comodamente rifugiati negli alibi, esponendo solo il loro scarso interesse per il club.
Un esempio emblematico è dato dal capitano Pellegrini, il quale ha mostrato un palese imbarazzo durante le dichiarazioni post partita del Franchi. In un contesto di disastro totale, Juric, invece di prendere la responsabilità e dimettersi, si è aggrappato alla sua chance, rimanendo in panchina almeno fino al giovedì successivo. Ironia della sorte, sarà la formazione del Torino a determinare anche il suo destino personale.
La posizione dei Friedkin: assenti ingiustificati
Intanto, i Friedkin, i proprietari del club, sembrano più interessati ad altri affari. È emerso che si trovano a New York, evidentemente lontani dai problemi della loro squadra, mentre De Rossi trascorre le sue meritate vacanze. In un momento dove le scelte tempestive sarebbero cruciali, il timore è che la dirigenza non riesca a rendersi conto della gravità della situazione. Una mossa audace potrebbe davvero essere quella di ammettere l’errore e richiamare De Rossi, che così tanto bene ha fatto in passato, ma non si può neanche fare paragoni con la situazione del Napoli dello scorso anno, che, seppur fuori dall’Europa e in mezzo a cambi di allenatori, aveva comunque vinto lo scudetto.
In questo marasma, le uniche vere vittime sembrano essere i tifosi. Quelli che riempiono gli stadi e sostengono la squadra con entusiasmo ma che adesso potrebbero sentirsi demotivati e disillusi. Nonostante alcuni tentativi di contestazione, tweet infuocati e ogni tanto dei fischi, sembra che la loro passione sia stata sopita non dalla mancanza di amore per il club, ma da una stanchezza generale nei confronti della situazione attuale. Quello che esce da questa apatia è un silenzio che potrebbe risultare, paradossalmente, molto più assordante di qualsiasi contestazione vocale.
Il futuro della Roma: un enigma da risolvere
Quale sarà il futuro della Roma? Questo è l’interrogativo che tutti, dai tifosi ai giocatori, ai dirigenti stessi, si pongono. La società vive un momento di incapacità gestionale, dove finora si è cercato di tirare a campare senza una vera strategia chiara. Juric, la cui credibilità si sgretola partita dopo partita, e i Friedkin, che sembrano ignari delle reali condizioni della squadra, costituiscono due fattori critici che impediscono a Roma di rialzarsi. Il desolante stato attuale della squadra non fa altro che acuire il senso di impotenza, e nessuna soluzione sembra all’orizzonte.
La storia del club è costellata di alti e bassi, ma questo sembra essere un punto particolarmente critico. La passione di molti tifosi si è trasformata in una sorta di indifferenza pesante che potrebbe portare a una pericolosa disaffezione. Sostenere la squadra in queste condizioni diventa sempre più arduo, eppure il legame tra i sostenitori e il club è profondo. Che sarà? Una nuova era dovrà cominciare, ma cosa ci vuole perché questo accada. Il tempo dirà se i protagonisti attuali possono risolvere un puzzle che sembra, in effetti, tanto complesso quanto irrisolvibile.