Sabato scorso, l’atmosfera che normalmente riempie lo stadio ‘Carlo Brigo’ di Morciano si è trasformata in un drammatico teatro di violenza. I protagonisti? Una partita di calcio tra il Real Morciano e l’Academy Riccione, che ha preso una piega inaspettata culminando in una rissa. Un ragazzo finito a terra, colpito con ferocia, e uno scarabocchio di penalizzazioni e squalifiche destinato a scrivere una pagina oscura dello sport locale. Un vero e proprio bollettino di guerra, con soccorsi in corsa e amministrazioni sportive pronte a prendere decisioni drastiche. Il giudice sportivo Maria Luisa Trippitelli non ha risparmiato le sanzioni, che hanno colpito parte della squadra e dei dirigenti coinvolti.
Il match si è trasformato in una maxi rissa, coinvolgendo non solo i calciatori in campo, ma anche gli staff e i dirigenti di entrambe le squadre. Secondo quanto riportato nel referto arbitrale, il giovane atleta del Real Morciano sarebbe stato il principale bersaglio di questo scontro. Durante una mischia che si è verificata attorno alla bandierina del calcio d’angolo, il calciatore ha tentato una fuga frenetica, ma è caduto a terra. A quel punto, tre tesserati dell’Academy Riccione lo avrebbero colpito mentre tentava di rialzarsi, assestandogli un pugno al volto e un calcio alla schiena.
Questa escalation di violenza ha portato i dirigenti di entrambe le squadre a intervenire, nel tentativo di fermare l’assalto. Ma le cose non si sono fermate qui. Secondo quanto indicato nel provvedimento del giudice sportivo, un membro dello staff dell’Academy avrebbe utilizzato la bandierina da segnalazione per colpire il calciatore del Real Morciano. Un episodio che ha suscitato indignazione e preoccupazione, facendo sì che la denuncia di questi atti di violenza giungesse alle orecchie delle autorità proprio nel contesto sportivo.
Dopo la rissa, le sanzioni non si sono fatte attendere. La Federazione Dilettanti ha punito entrambe le società con una multa di duecento euro, motivando la decisione con il fatto che le azioni dei giocatori e dirigenti hanno dato vita a una “mischia rissosa” inaccettabile. Ma non solo: il giudice sportivo ha comminato squalifiche ai calciatori coinvolti, alcuni fino al 1° febbraio 2025. Le punizioni sono state equamente distribuite: le sei squalifiche corrispondono a situazioni di responsabilità condivisa tra le due squadre, riflettendo un clima di tensione palpabile che ha permeato l’incontro.
Secondo il comunicato rilasciato dalla delegazione di Rimini della Federazione, l’intervento è stato necessario per mantenere l’integrità dello sport, fortemente compromessa da quanto accaduto. Nelle ultime settimane, questo episodio ha sollevato interrogativi su quanto la competizione possa diventare un campo minato, dove l’emotività prende il sopravvento. Stando ai resoconti, è evidente che il clima di rivalià può far facilmente degenerare normali situazioni di gioco, trasformando un semplice match in un evento che si avvicina a una battaglia vera e propria, suscitando preoccupazioni a ogni livello.
La presidente dell’Academy Riccione, Tamara Tinti, non ci sta e ribatte alle accuse incolpando la squadra avversaria. “Presenteremo sicuramente ricorso contro la decisione perché riteniamo che i fatti non siano stati riportati in maniera corretta”, spiega la Tinti. Secondo la ricostruzione della Presidenza, tutto sarebbe partito da una provocazione evidente da parte di un calciatore del Real Morciano uscito per una sostituzione e che avrebbe colpito uno dei giocatori dell’Academy in campo. Si dice che, dopo l’aggressione, il ragazzo da fuori dal campo abbia colpito un membro della squadra con uno schiaffo, dando il via a quella che è diventata una vera e propria rissa.
“Un sabato pomeriggio da dimenticare”, scrive il Real Morciano, esprimendo rammarico. La società si scusa con i tifosi, grandi e piccoli, per l’esempio inaccettabile dato durante la partita. La storia di questo evento sportivo si intreccia quindi con il mistero di come le emozioni possano trasformarsi in violenza, sollevando interrogativi sul futuro del calcio dilettantistico in queste realtà. È una lezione amara che richiama tutti a considerare con più serietà e responsabilità il coinvolgimento nel gioco.