Un’ondata di paura si sta diffondendo in Pakistan, dove i casi di poliomielite sono in aumento in vista di una nuova campagna di vaccinazione. Nonostante gli sforzi per mettere fine a questa malattia, gli attacchi contro i lavoratori della salute hanno complicato ulteriormente la situazione. Scopriamo i dettagli di questa cruda realtà sanitaria e le sfide che il paese è costretto ad affrontare.
Dal gennaio del 2023, le autorità sanitarie pakistane hanno registrato ben 39 nuovi casi di poliomielite, un numero impressionante se paragonato ai soli sei casi dell’anno passato. Anwarul Haq, rappresentante del National Emergency Operation Center for Polio Eradication, ha sottolineato la gravità di questa situazione, evidenziando che il termine “eradication” indica l’obiettivo di eliminare completamente la malattia. Questo aumento dei casi mette a rischio non solo la salute dei bambini, ma anche l’intero programma di vaccinazione.
La polio è una malattia altamente contagiosa e si diffonde principalmente tra i bambini al di sotto dei cinque anni. Il virus, una volta trasmesso, invade il sistema nervoso e può causare paralisi. In effetti, tra le persone paralizzate, fino al 10% muore quando i muscoli coinvolti nella respirazione si immobilizzano. Con una situazione così critica, la prossima campagna nazionale di vaccinazione, che partirà il 28 ottobre, si propone di immunizzare almeno 32 milioni di bambini. Tuttavia, i recenti episodi di violenza contro i lavoratori sanitari e le forze di polizia che li proteggono potrebbero compromettere seriamente questi sforzi.
La campagna di vaccinazione: un’opportunità da non perdere
La campagna per la vaccinazione contro la polio è di fondamentale importanza, ma non è priva di rischi. Nonostante gli attacchi che hanno colpito i team di vaccinazione, il Pakistan continua a lanciare iniziative per contrastare questa malattia. Purtroppo, i militanti diffondono false informazioni riguardo le campagne di vaccinazione, sostenendo che rappresentino un tentativo occidentale di sterilizzare i bambini. Questa convinzione errata ha avuto ripercussioni devastanti sulla salute pubblica, alimentando la riluttanza di molte famiglie a vaccinare i propri figli.
Le province maggiormente colpite dai nuovi casi sono Balochistan e Sindh, seguite da Khyber Pakhtunkhwa e Punjab orientale. La priorità dei funzionari è preoccupante, dato che in passato i casi si concentravano in aree del nord-ovest che confinano con l’Afghanistan. La recente interruzione delle campagne di vaccinazione di porta a porta da parte del governo talebano ha ulteriormente esacerbato una situazione già critica.
Collaborazione internazionale: una necessità urgente
Afghanistan e Pakistan rappresentano i due unici paesi al mondo in cui la poliomielite non è mai stata eradicata. È evidente che il fenomeno trascende i confini nazionali, poiché le persone viaggiano frequentemente tra i due paesi. Quest’anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato 18 casi di poliomielite in Afghanistan, con la maggior parte di essi situati nel sud del paese. Questo numero è in netto aumento rispetto ai sei casi registrati nel 2022.
In risposta alla crescente preoccupazione, l’Afghanistan ha avviato una campagna di vaccinazione porta a porta per la prima volta in cinque anni. I funzionari dell’OMS segnalano che questa iniziativa ha già raggiunto la maggior parte dei bambini previsti. Le autorità pakistane, consapevoli dell’urgenza della situazione, insistono sulla necessità di coordinare le campagne di vaccinazione tra i due paesi, cercando di garantire che nessun bambino rimanga non vaccinato.
L’era della poliomielite nel sud-asiatico è lontana dall’essere finita, ma la determinazione e la collaborazione internazionale potrebbero rivelarsi fondamentali per mettere un punto alla sua diffusione.