Fabio Poli: ricordi e aneddoti legati al calcio
Un episodio sorprendente riguarda una Saab Cabrio, simbolo di gioventù e libertà. Poli racconta come Branca, all’epoca un giocatore di punta, lo “bacchettò” per il suo acquisto. «Avevo appena comprato una Saab Cabrio. Riteneva che quella macchina fosse troppo per un ragazzino come me e me la fece restituire,» spiega Poli con un sorriso. In effetti, questa semplice automobile divenne un’importante lezione di vita. Branca, con la sua saggezza, gli fece capire che la vita va vissuta con responsabilità. Prima di concedersi certi lussi, ci vuole tempo e consapevolezza. «Avevo speso più di quello che potevo permettermi,» aggiunge, rispecchiando una giovanile imprudenza. È interessante notare che anche Branca possedeva una Saab del suo, e le malelingue pensarono che volesse essere l’unico a ostentare quella macchina in città. Ma per Branca, il significato dell’auto andava ben oltre l’apparenza.
un legame speciale con gigi riva
Passando ad un altro capitolo della carriera di Poli, il nome di Gigi Riva evoca affetto e rispetto. L’ex attaccante è descritto da Poli come una figura paterna. «Era un maestro, quasi un padre. Tanti episodi nel tempo mi hanno fatto capire che ci teneva,» racconta. La dedizione di Riva era palpabile e si rifletteva in ogni gesto, tanto che Poli sentiva di dover dare il massimo per il Cagliari. Gli affetti legati a questa squadra sono ben radicati, e una dimostrazione di questo attaccamento arrivò anni dopo. Mentre Poli era al Bologna, Riva si recò al centro sportivo solo per salutarlo prima di ritornare in Sardegna. «Era un affetto contagioso. Lo amavano tutti,» sottolinea l’ex calciatore, rimarcando la stima che circondava una figura di così grande carisma e capacità di ispirare gli altri.
l’episodio della gomma americana
Non mancano i momenti surreali come l’episodio legato alla “cingomma”, il termine usato per le gomme americane, che Poli utilizzava durante le partite. «Soffocare? Per colpa di una “cicca”, come la chiamate voi,» racconta con un leggero sorriso. In quel periodo, era consuetudine ricevere queste gomme prima delle sfide. Durante un match contro l’Arezzo, a seguito di un colpo subito, Poli si trovò in una situazione rischiosa. «Il portiere avversario, Pellicanò, mi venne subito in soccorso e Marco Branca ebbe anche il coraggio di segnare a porta vuota,» ricorda ridendo. Un episodio che mostra non solo la sportività dei compagni, ma anche come, a volte, in campo, la situazione possa prendere una piega inaspettata e divertente.
lo scontro che ha segnato un’epoca
Infine, non si può non menzionare lo scontro con Ivano Bonetti. «Brutta storia quella. Mi costò anche una lunga squalifica,» confessa Poli. Il match tra Genoa e Cagliari si trasformò in un episodio memorabile e controverso. Un gesto impulsivo portò a una gomitata, che scatenò la reazione di Poli, che con un destro stese Bonetti. «Era un calcio diverso, pieno di provocazioni,» spiega, evidenziando i toni accesi e competitivi di quegli anni. L’intensità di quel momento fece scuola, mostrando un lato del gioco che oggi è difficile immaginare. Questo aneddoto racconta di una cultura sportiva in cui emotività e rivalità erano spesso sul filo del rasoio, rendendo il calcio un’esperienza ancora più avvincente.
Ogni racconto di Poli, da quelli di auto e affetti a episodi bizzarri in campo, non è solo un pezzo della sua storia personale ma rappresenta il legame profondo tra i calciatori e il mondo che li circonda, fatto di passione, sfide e, perché no, qualche risata.