L’avvento delle festività natalizie in Italia porta con sé un profumo inconfondibile che si sprigiona nell’aria e avvolge le case di tradizione e dolcezza. Tra i protagonisti indiscussi sui tavoli delle famiglie ci sono il panettone e il pandoro, due lievitati tipici che, sebbene condividano la stessa stagione, si discostano per storia, preparazione e sapori. Gli italiani si dividono tra l’affetto per uno di essi, ognuno sostenitore delle proprie preferenze culinarie. Scopriamo insieme le origini, le leggende e le caratteristiche di questi due dolci natalizi.
L’iconico panettone, con la sua forma alta e cilindrica, ha radici profonde nel richiamo della Milano medievale. È proprio qui che affondano le origini di un dolce la cui consistenza e profumo inebriante di burro e oligabro sorprendono ogni anno durante le feste. Sia chiaro: il panettone non è un dolce nato per caso. La sua prima testimonianza risale al primo ‘600, periodo in cui era consuetudine milanese offrire tre fette di pane ai commensali durante il tradizionale “ceppo” natalizio. Tra le varie storie, una delle più affascinanti narra di un giovane sguattero, Toni, che lavorava alla corte del signore Ludovico il Moro. Quando un dolce da lui preparato andò in fumo, suggerì un’alternativa: un dolce non programmato, ricco di ingredienti semplici ma ben assortiti come burro e uvetta. Quel giorno, nacque il pan di Toni, oggi noto come panettone.
Ma il panettone ha una storia che è anche un crogiolo di leggende. Tra di esse, l’episodio di Ughetto, distratto buttafuori amante della figlia del fornaio, che per conquistarla arricchì il pane con ingredienti più golosi. Questo decisivo passaggio trasformava un umile lievitato in una delizia per il palato. Anche la figura di una suora, Ughetta, che sorprese le consorelle con un pan dolce durante le festività, si intreccia nel mito della creazione. In fondo, in alcune tradizioni lombarde, “ughet” significa uvetta, un omaggio all’essenza stessa del dolce.
Il pandoro: tradizione e leggenda
In netta contrapposizione al panettone troviamo il pandoro, nato a Verona e conosciuto anche come “pane d’oro”. Questo dolce, elegante e dalla forma a otto punte, affascina per la sua sofficità e il riquadro di zucchero a velo che lo avvolge. La nascita del pandoro è attribuita al pasticcere Domenico Melegatti, che nel 1884 depositò il primo brevetto per questo dolce straordinario presso il Ministero di Agricoltura e Commercio. Un dettaglio curioso riguarda lo stampo utilizzato, opera dell’artista Angelo Dall’Oca Bianca, che fusionò arte e gastronomia in un’unica creazione.
Tuttavia, il pandoro non è solo un’invenzione moderna. La sua ricetta affonda le radici in antiche tradizioni, come quella del Levà, dolce preparato durante la vigilia di Natale a Verona, e il Nadalin, risalente al Medioevo. Si narra che la forma del pandoro, a stella, sia ispirata alla Torre dei Lamberti, simbolo della città. Come per il panettone, anche sul pandoro si intrecciano leggende e racconti che esprimono il profondo legame tra gastronomia e cultura locale.
Le storie legate al pandoro non si fermano qui. Si racconta che la sua ricetta possa aver subito influenze da preparazioni venete del passato. Ogni morso di pandoro racconta una storia non solo legata ai suoi ingredienti, ma anche all’amore e all’ingegno dei pasticceri di un tempo. Tra i due dolci tipici, ciascun palato avrà la sua preferenza, alimentando così una tradizione che si rinnova ogni anno durante il periodo festivo, un battaglia gastronomica che conferma l’amore degli italiani per il buon cibo e le storie che esso racchiude.