La Gazzetta dello Sport racconta i momenti di tensione che hanno attraversato il campo e, in particolare, un episodio che ha visto il calciatore Edoardo Bove coinvolto in una situazione critica. Qui di seguito, ripercorriamo i tragici attimi di quella giornata.
Era il decimo minuto di gioco quando il contrasto tra Edoardo Bove e Denzel Dumfries si è trasformato in qualcosa di ben più serio. A bordo campo, si poteva avvertire la tensione mentre i due calciatori si strattonavano e l’arbitro, dopo un’attenta valutazione, decideva di fischiare un fallo a favore della squadra viola. Il giovane Edoardo, mostrando segni di disagio, si rialzava con la maglia strappata, un gesto che sembrava innocuo, ma che in realtà nascondeva una condizione allarmante.
Mentre il gioco riprendeva, il ragazzo si avvicinava al bordo del campo, apparentemente non in grado di mantenere l’equilibrio. Attimi di confusione si alternavano a momenti di speranza quando Lautaro Martinez riusciva a segnare, solo per vedere il gol annullato per la segnalazione del guardalinee. In quel frangente, Edoardo cercava appoggio, ma la situazione stava rapidamente degenerando. Poco dopo, mentre i suoi compagni seguivano l’azione, il calciatore crollava a terra. Era una caduta diversa, meno rumorosa rispetto ad altre, ma non per questo meno drammatica. La sua perdita di coscienza sembrava prendere tutti alla sprovvista: in pochi secondi, il campo di gioco è diventato il teatro di una preoccupante emergenza.
L’aria si è fatta pesante e carica di ansia mentre il tecnico dell’Inter, Simone Inzaghi, si lanciava giù dalla panchina, scivolando sul campo verde. I medici delle due squadre accorrevano, mentre i giocatori, in preda al terrore, si radunavano in cerchio attorno a Bove, implorando aiuto. È stata una scena straziante; il tempismo dell’accaduto sembrava un’eternità. L’ambulanza si avvicinava, ma a causa delle procedure di protocollo, l’accesso veniva ritardato. Frasi di incredulità rimbalzavano tra i giocatori e qualche lacrima solcava i volti di chi seguiva inorridito.
La situazione si stava intensificando. I barellieri, con grande urgenza, portavano Edoardo sulle spalle, ma l’ambulanza non si muoveva immediatamente. Qualcuno tra i compagni, allarmato, sfogava la propria angoscia in gesti disperati. Mentre i minuti si accumulavano, la premura cresceva e i giovani calciatori venivano travolti dalla paura. Il movimento frenetico dei soccorritori si mescolava all’atmosfera di impotenza. I secondi diventavano ore mentre l’immagine di Edoardo, inerte, segnava il campo. La storia di un normale pomeriggio calcistico si era tramutata in dramma vivente.
Dopo quelle interminabili attese sotto il segno dell’ansia, finalmente le notizie sono iniziate a diffondersi. Da Careggi, l’ospedale in cui Edoardo è stato trasportato, giungevano comunicazioni che infondevano un minimo di sollievo. ACF Fiorentina e l’azienda Ospedaliero Universitaria comunicavano che il calciatore, dopo le prime cure, era stato ricoverato in terapia intensiva, ma si trovava in condizioni stabili. Era stato sedato ed i medici avevano escluso danni immediati a carico del sistema nervoso centrale e respiratorio, una notizia di cui tutti si sono sentiti sollevati.
Nelle ore seguenti, i genitori e i compagni di squadra si sono riuniti per rimanere vicini a Edoardo, nella speranza che la situazione potesse evolvere positivamente. La possibilità di rivalutazione nelle 24 ore successive prometteva un’analisi più dettagliata e la speranza di una lenta, ma graduale ripresa. La paura iniziale si andava piano piano a stemperare, facendo spazio a una rinnovata attesa basata sulla vita di un giovane sportivo che ha saputo far tremare con la sua passione e il suo talento. La storia di Edoardo Bove non è finita, ma ha lasciato un’impronta indelebile in chi ha vissuto quei momenti drammatici.