La vicenda che ha coinvolto le tifoserie dell’Inter e del Milan ha attirato l’attenzione non solo degli appassionati di calcio, ma anche delle istituzioni. L’inchiesta “Doppia Curva” ha portato alla luce una serie di attività illecite che potrebbero avere conseguenze significative per i due club milanesi. Con l’apertura della procedura da parte della FIGC, si preannunciano sviluppi rilevanti nel mondo del calcio e per i suoi tifosi. Approfondiamo i dettagli di questa complessa situazione.
L’indagine “Doppia Curva” è emersa all’indomani degli arresti di 19 ultras di Inter e Milan, avvenuti il 30 settembre, dopo una lunga serie di indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Milano. Gli ultra sono accusati di attività criminali, che spaziano dal traffico di sostanze stupefacenti al racket, fino a reati finanziari come il riciclaggio. La FIGC, grazie al lavoro della Procura milanese, ha ricevuto un fascicolo di ben 12.000 pagine, e questo ha dato il via alla procedura di indagine sportiva. Il compito della Procura Federale, guidata da Giuseppe Chinè, sarà quello di esaminare se le informazioni raccolte possano comportare responsabilità per le due società e i loro tesserati. La durata dell’indagine è fissata in 60 giorni, anche se potrebbero esserci delle proroghe.
Sia gli esperti che gli appassionati si interrogano sulle possibili conseguenze di questa indagine. Innanzitutto c’è la questione di cosa significhi avere riscontri concreti sulla condotta dei club; gli esiti di questa inchiesta influenzeranno non solo le operazioni quotidiane, ma anche la percezione pubblica delle due squadre.
Il lavoro della FIGC si concentra sul Codice di Giustizia Sportiva, in particolare sulle possibili violazioni da parte di Inter e Milan. Se venisse dimostrata la responsabilità oggettiva dei club, i rischi potrebbero includere multe e sanzioni economiche. Ma non è tutto: se i fatti si rivelassero particolarmente gravi, non si esclude nemmeno la possibilità di penalizzazioni in classifica. Tuttavia, finora non sono emersi fatti così rilevanti da giustificare tali sanzioni. La prudenza è d’obbligo, in quanto le società non sono ufficialmente indagate, e chiunque sia coinvolto dovrà dimostrare la propria estraneità per evitare pesanti conseguenze.
Al momento i club non sembrano trovarsi in una posizione critica, ma tutto dipenderà dalle prossime fasi dell’indagine. Inoltre è importante notare che mentre la FIGC sta conducendo la propria indagine, il ruolo della Procura di Milano è cruciale. Le informazioni provenienti da quest’ultima determineranno le mosse successive della giustizia sportiva.
Sebbene l’inchiesta si focalizzi principalmente sulle due società, i tesserati non sono esenti da possibili sanzioni. La semplicità delle disposizioni del Codice di Giustizia Sportiva è evidente, e se alcuni giocatori o dirigenti dovessero risultare coinvolti in rapporti con i capi ultras, potrebbero affrontare multe e squalifiche. L’articolo 25 del Codice, in particolare, vieta qualsiasi tipo di interazione con gruppi ultras non regolarmente riconosciuti dalle società. Ciò rappresenta una chiara linea da non oltrepassare per chiunque faccia parte dell’organizzazione calcistica.
In aggiunta, le aziende calcistiche devono fare attenzione non solo alle leggi, ma anche all’immagine pubblica. Il danno reputazionale potrebbe essere significativo. Ecco perché è essenziale che le società stiano molto vigili sui loro tesserati e su come si relazionano con il tifo.
In risposta a questa situazione complessa e delicata, la Commissione Parlamentare Antimafia ha dato il via alla costituzione di un comitato composto da membri di vari partiti. Questo gruppo avrà il compito di considerare strategie per combattere l’influenza della criminalità organizzata sugli ultras e migliorare le misure di prevenzione. Si prevede che il comitato senta anche dirigenti dell’Inter e del Milan e alti funzionari della FIGC, ciò per giungere a una relazione che verrà discussa in Parlamento.
L’idea alla base è quella di risolvere le problematiche alla radice, invece di affrontarle solo quando si trasformano in eventi dannosi o violenti. Questo approccio potrebbe costituire un passo avanti, indirizzando l’attenzione non soltanto su sanzioni e decreti, ma sviluppando una vera e propria cultura sportiva più consapevole e sicura, per tutti, dai club ai tifosi, fino alle istituzioni stesse.