Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ha recentemente fatto notizia con le sue dichiarazioni riguardanti il nuovo accordo anti-pirateria firmato con Meta. Questa intesa arriva mentre i temi legati ai prezzi di Dazn, e più in generale al costo della fruizione del calcio in Italia, continuano a suscitare dibattito tra tifosi e appassionati. La situazione si fa, dunque, sempre più interessante, poiché il calcio non è più solo uno sport, ma anche un affare che coinvolge diverse parti in gioco.
Il nuovo accordo contro la pirateria, siglato con Meta, rappresenta un passo significativo per la Lega Serie A. Le dichiarazioni di De Siervo evidenziano l’importanza di tutelare le proprietà sportive dall’uso illegale e scorretto delle trasmissioni. Questo accordo dovrebbe cioè garantire una maggiore protezione dei contenuti sportivi, cercando di arginare il fenomeno della diffusione non autorizzata delle partite. Infatti, con l’aumento delle piattaforme di streaming e la digitalizzazione dei contenuti, il problema della pirateria è diventato sempre più pressante.
Ma non si tratta solo di una questione di legalità . L’affermazione che il “calcio è stato usato come prodotto civetta” fa riflettere su come, negli ultimi anni, la Serie A sia stata spesso svalutata dai modelli di business adottati. I prezzi degli abbonamenti, definiti “sbagliati” da De Siervo, hanno compromesso l’accesso e la fruibilità del prodotto calcistico. Questo accordo potrebbe rappresentare quindi una nuova direzione per la valorizzazione del calcio italiano, in cui tutti i protagonisti — dai club ai tifosi — possano beneficiare di un mercato regolarizzato.
L’argomento dei prezzi di Dazn: un tema caldo
Uno degli aspetti che ha creato maggiore interesse è senza dubbio il discorso sui prezzi praticati da Dazn. De Siervo ha sottolineato che il valore del servizio deve essere rivalutato. Ma cosa significa questo per i tifosi e per la loro esperienza di visione? In un contesto in cui, da un lato, esistono aspettative sempre più elevate da parte degli utenti e, dall’altro, una crescente insoddisfazione rispetto ai costi, emerge una necessità di cambiamento.
L’aumento del costo degli abbonamenti, specie in un periodo di difficoltà economica come quello attuale, rischia di allontanare un numero sempre maggiore di appassionati dal calcio. Non è solo una questione di cifre; si parla di un’affezione profonda per un divertimento che rappresenta molto più di un semplice passatempo. De Siervo ha messo in evidenza che, sebbene ci sia stata una svalutazione della proposta, è ora il momento di ripensare le strategie. Ciò è fondamentale per attrarre nuovi abbonati e in generale per mantenere il pubblico appassionato e fedele.
Il revenue sharing e le nuove prospettive
Assieme a queste riflessioni, si inserisce anche il concetto di revenue sharing, che prevede una divisione degli introiti tra la Lega e il broadcaster una volta superati i 750 milioni di euro in ricavi da abbonati. Questo accordo potrebbe sbloccare un flusso monetario che, in caso di forte incremento degli abbonamenti, potrebbe cambiare le carte in tavola.
Eppure, il vero punto di attenzione rimane come questi fondi saranno reinvestiti nel sistema calcio. La divisione equa delle risorse è essenziale non solo per sostenere i club, ma anche per migliorare l’intera esperienza calcistica. Insomma, pur essendo un tema di gestione economica, è anche un problema di reputazione. Sarà interessante osservare come la Lega intende usare questi nuovi introiti per migliorare il prodotto offerto e attrarre sempre più tifosi ogni anno. Speriamo pertanto che questo sia solo l’inizio di una rivoluzione positiva.