Nel cuore del Rinascimento, un’intuizione geniale ha dato vita a una delle innovazioni più rilevanti nel campo della lettura e dell’editoria. Stiamo parlando del libro tascabile, un oggetto che ha rivoluzionato il modo in cui accediamo al sapere. La sua invenzione, avvenuta nel 1501 per merito di Aldo Manuzio, editore di Venezia, ha aperto le porte della cultura a un pubblico ben più ampio, permettendo a chiunque di avvicinarsi ai grandi classici e ai testi importanti. Scopriremo insieme chi era Aldo Manuzio, perché le sue invenzioni sono state così significative ed in che modo il paradigma del libro tascabile si è evoluto nel tempo.
Aldo Manuzio, nato nel lontano 1449 e scomparso nel 1515, si distingue per essere una delle figure più importanti dell’umanesimo rinascimentale. La sua vita, frenetica e ricca di idee, si svolse a Venezia, un luogo che durante il Rinascimento prosperava in cultura e commercio. Nonostante le sue edizioni più pregiate, caratterizzate da carta costosa e confezioni elaborate, Manuzio ebbe l’intuizione di affiancare opere più accessibili a quelle destinate ai ricchi nobili. Già nel 1503 definì queste novità come “libelli portatiles in formam enchiridii”, un termine che sottolineava la loro natura portatile – perfetti per essere letti anche in viaggio.
Questa scelta non era solo un mero affare commerciale, ma rifletteva un’intenzione ben più profonda di rendere la letteratura alla portata di chiunque. Le sue edizioni in formato in-ottavo permettevano di stampare un numero considerevole di pagine, riducendo notevolmente i costi e il dispendio di carta. L’idea di un testo facilmente leggibile e trasportabile solleticava un pubblico che desiderava esplorare nuove frontiere culturali. E così, i suoi volumi, con dimensioni di 10,5 x 16 cm, diventavano un’alternativa pratica e leggera rispetto ai pesanti libri manoscritti che erano stati la norma fino ad allora.
Iniziando con la pubblicazione delle “Bucoliche” di Virgilio nel 1501, Manuzio non solo propose un accesso semplificato ai testi classici, ma cercò anche di diffondere un nuovo modello di lettura. I suoi libri non erano solo strumenti di istruzione, ma mezzi per stimolare la curiosità intellettuale e promuovere una cultura libera dagli schemi rigidi delle istituzioni accademiche. Grazie all’invenzione del corsivo, che riduceva lo spazio occupato dal testo, riuscì a rendere le sue opere ancora più compatte, dalla tipografia curata e accattivante, pensata per un pubblico variegato, che andava ben oltre le tradizionali élite culturali.
L’eredità culturale del libro tascabile
Il libro tascabile ha segnato un cambiamento epocale, non solo nel modo di accedere ai testi, ma anche nelle dinamiche sociali della lettura. Prima della sua invenzione, la cultura era riservata a pochi colti che, armati di tempo e denaro, potevano permettersi volumi rari e costosi. Con il tascabile, i limiti di accessibilità e il coinvolgimento collettivo nella lettura vennero abbattuti, dando il via a una vera e propria democratizzazione della cultura.
Nei secoli successivi, il concetto del libro tascabile subì evoluzioni importanti. Nel XIX secolo, editori come Sonzogno in Italia e Tauchnitz in Germania iniziarono a lanciare collezioni di testi a prezzi contenuti rivolti a un pubblico più ampio. Tuttavia, fu durante il XX secolo che si assistette a un vero e proprio boom, con la nascita di case editrici specializzate come la Penguin Books, fondata da Allen Lane nel 1935, che introdusse il termine “paperback”. Questo approccio ha dato vita a un mercato globale di prodotti editoriali economici ma di buona qualità, accelerando la diffusione dei libri tascabili al grande pubblico.
E in Italia, il 1965 rappresentò un anno cruciale con l’arrivo della collana Oscar Mondadori che, come descritto dal poeta Vittorio Sereni, fece entrare i libri tascabili nelle edicole e nelle librerie, rendendoli facilmente accessibili per la maggior parte della popolazione. Oggi, il libro tascabile ha assunto forme più strutturate e commerciali pur rimanendo fedele ai suoi princìpi di accessibilità. Con dimensioni più standardizzate di 11 x 18 cm, è diventato un elemento imprescindibile nel panorama dell’editoria moderna, rispecchiando la continua evoluzione dei gusti e delle necessità di lettura. La sua capacità di adattamento è la vera chiave del suo successo nel mercato dell’industria culturale contemporanea.