L’Inter si trova a dover affrontare una sfida delicata in Germania, contro il Bayer Leverkusen. In questo incontro di UEFA Champions League, i nerazzurri tentano di imporsi, ma si ritrovano a fare i conti con un avversario altamente competitivo. La partita si snoda con momenti di tensione e una strategia che, purtroppo, si rivela insufficiente a portare a casa il risultato. Mentre i giocatori nerazzurri cercano di adattarsi, emerge una sconfitta che lascia un segno. Ecco un’analisi del match, dalla partenza scoppiettante del Leverkusen alle difficoltà dell’Inter.
inter: un’inizio in salita
Il Bayer Leverkusen, lanciato dalla voglia di protagonismo, inizia la partita a ritmi incalzanti, sfruttando un giro palla rapido che coinvolge sempre i suoi giocatori chiave. Xhaka, Grimaldo e Wirtz si muovono come un’orchestra ben accordata, mentre il tecnico Xavi Alonso opta per una formazione a specchio rispetto ai nerazzurri. Con Hincapié e Frimpong impegnati sulle fasce, la manovra tedesca si fa incisiva sin dalle prime battute. La presenza di Wirtz, che si abbassa per creare gioco, consente al Leverkusen di avere una solida via di collegamento tra la difesa e l’attacco, mentre Calhanoglu cerca di rispondere alle offensive avversarie. La velocità delle azioni e la capacità di passarsi la palla con due tocchi rende l’inizio della partita decisamente a favore dei padroni di casa.
All’inizio del primo tempo, l’Inter sembra un po’ scossa, incapace di arginare il dinamismo avversario. Tuttavia, con l’ingresso in partita di Calhanoglu, i nerazzurri riescono finalmente a prendere le misure e a guadagnare un certo possesso palla. Questo sembra dare loro un nuovo slancio, anche se il controllo del campo non si traduce immediatamente in concretezza. Infatti, la linea difensiva di De Vrij si alza, portando l’Inter a occupare gran parte della metà campo del Leverkusen. Purtroppo, la mancanza di precisione negli ultimi metri diventa evidente: i nervi giocano brutti scherzi e le azioni di attacco non si concretizzano. Le pressioni delle marcature tedesche si intensificano e le occasioni di Tuuram e Taremi sembrano disperse. La chiave resta la sovrapposizione d’attacco, ma il centrocampo di 5 del Leverkusen fa sentire il proprio peso, favorendo una difesa solida e ben organizzata.
il secondo tempo: un inter senza mordente
Con l’inizio del secondo tempo, l’Inter sembra ritirarsi sulla difensiva, lasciando che il Leverkusen prenda il comando del gioco negli ultimi trenta metri. L’approccio scelto dai nerazzurri è chiaro, quello di aspettare e resistere, ma questo porta a una netta diminuzione dell’iniziativa. I giocatori tedeschi, approfittando della passività degli avversari, riescono a occupare gli spazi senza subire eccessive pressioni. Man mano che il match prosegue, i nerazzurri danno l’impressione di controllare la partita, ma in realtà ciò che si manifesta è una vulnerabilità sempre più evidente.
Le linee di difesa schiacciate verso il portiere Sommer, unite all’assenza di contropiedi incisivi, espongono l’Inter a diversi errori tecnici. Sembra che i nerazzurri, pur tentando di difendere uomo su uomo, perdano di vista la necessità di proporre qualcosa in fase offensiva, una dinamica che aveva caratterizzato la prima metà del match ma che ora risulta completamente assente. I cambiamenti nel ritmo di gioco fanno sì che l’Inter si trovi intrappolata in una spirale di frustrazione, incapace di rompere lo schema e ritrovare la propria identità . La squadra non riesce a sfondare e, mentre il Leverkusen avanza e aumenta i toni, l’Inter si ritrova a inseguire un risultato sempre più lontano.
L’Inter, finita sotto la pressione di un avversario che gioca con maggiore determinazione, ha visto così sfumare la possibilità di portare a casa anche un punto da questo incontro. In occasione del 90°, il colpo decisivo che condanna i nerazzurri arriva, suggellando una sconfitta che, per come si era svolta la partita, appare meritata.