Le recenti proposte di Antonio Zappi per modernizzare il mondo del calcio, in particolare per quanto riguarda l’uso del VAR, hanno suscitato un notevole interesse. Con una sfida imminente per la presidenza dell’Associazione Italiana Arbitri contro Alfredo Trentalange, Zappi ha delineato alcune idee che potrebbero cambiare radicalmente l’esperienza e l’interazione dei tifosi con le decisioni arbitrali.
L’idea del VAR ‘a chiamata’ potrebbe rappresentare una svolta nel modo in cui viene gestita la tecnologia durante le partite. Le squadre avrebbero la possibilità di richiedere l’intervento del VAR in situazioni specifiche, un po’ come accade nel rugby con il sistema del “Challenge”. Questo approccio, secondo Zappi, permetterebbe di limitare la discrezionalità dell’arbitro e garantire maggiore uniformità nel trattamento delle situazioni di gioco. In questo modo, si potrebbero ridurre le polemiche e i malintesi legati alle decisioni arbitrali. I club avrebbero chiaramente la possibilità di difendere le loro posizioni, e i tifosi potrebbero vedere la trasparenza nelle scelte fatte durante le partite, il che è assai importante per il clima generale del calcio.
Inoltre, Zappi ha sollecitato la necessità di una concertazione con le autorità regolamentari e tecniche per garantire che queste modifiche siano implementate in modo efficace e ben strutturato. La tecnologia non può essere vista come un mero strumento, ma piuttosto come un partner nel processo decisionale. Ogni cambiamento deve prevedere un confronto con le istituzioni competenti per fare in modo che sia accettato e compreso sia dai giocatori che dai tifosi.
Zappi ritiene che con l’evoluzione del protocollo VAR si possa arrivare a una riduzione significativa degli errori arbitrali, a favore di una competizione più giusta e limpida, dove le squadre possano contare su un sistema di equità basato su regole chiare.
Trasparenza nei dialoghi tra VAR e arbitro: un passo avanti
Un altro punto saliente nella proposta di Zappi riguarda la divulgazione dei dialoghi tra il VAR e l’arbitro durante le partite. Attualmente, i tifosi spesso si trovano all’oscuro delle motivazioni che stanno dietro a determinate decisioni, il che genera confusione e sospetti. Rendere pubbliche queste comunicazioni aiuterebbe a chiarire il processo decisionale e darebbe ai tifosi una comprensione più profonda di ciò che accade in campo.
L’esempio del rugby è calzante: le conversazioni tra arbitro e VAR sono chiaramente udibili, permettendo a tutti di seguire il processo passo dopo passo. Zappi propone che il calcio possa trarre ispirazione da tale approccio per un consenso maggiore tra le parti. Attuare questa misura non solo migliorerebbe la decifrabilità delle decisioni, ma contribuirebbe anche a creare un legame di fiducia tra i tifosi e le istituzioni calcistiche.
Questo metodo di apertura potrebbe radicalmente trasformare il rapporto tra tifosi e arbitri, portando a una cultura di maggiore rispetto e comprensione per le scelte fatte in campo. I sostenitori non sarebbero più costretti a navigare tra le incertezze o le illazioni riguardanti le decisioni arbitrali, ma avrebbero un accesso diretto alle motivazioni. Insomma, la trasparenza è ritenuta fondamentale per migliorare l’immagine del calcio e la percezione che il pubblico ha di esso.
Con cambiamenti così rilevanti all’orizzonte, il calcio italiano si prepara a una possibile nuova era di maggiore equità e comunicazione, un’opportunità che potrebbe non solo migliorare le prestazioni sul campo, ma anche arricchire l’esperienza dei tifosi.