Siamo a Verona, precisamente nel vivace quartiere di Borgo Venezia, un luogo emblematico per la Virtus, club di lunga tradizione calcistica che gioca nel Girone A di Serie C. Qui, dal ’80, un manager instancabile ha avuto un ruolo fondamentale nel guidare la società. Gigi Fresco, questa è la figura che stiamo per esplorare, è al timone da 43 anni. Nonostante i parallelismi con personaggi illustri come “Ferguson”, Fresco preferisce attenersi al proprio percorso unico. Ci sono esempi europei di longevità nel mondo del calcio, come Guy Roux, che ha allenato l’Auxerre per 44 anni, o Willie Maley, che ha fatto la storia col Celtic, ma nessuno può negare che Fresco punta a raggiungere traguardi straordinari.
Nato nel 1961, Gigi è più di un semplice allenatore; è un vero e proprio punto di riferimento per i colori rossoblu. A nemmeno vent’anni, ha varcato le porte del club, inizialmente come calciatore. La sua ascesa è stata rapida, come un fulmine: è passato dal settore giovanile fino a guidare la prima squadra e, nel corso degli anni, ha scalato tutte le cariche, diventando anche presidente. Questo non è solo un lavoro per Fresco, è una vocazione, una missione che ha abbracciato fin dalla giovane età.
La Virtus rappresenta la sua vita, un pezzo insostituibile della sua identità. Quando era ragazzo e giocava, si adoperava per vendere carta. Un gesto non solo simbolico, ma anche pratico, per raccogliere fondi per il club. All’epoca, il calcio italiano era in piena fioritura e la Virtus Verona cercava di affermarsi con determinazione nel contesto veneto. Dietro il suo successo c’è una dirigenza che si è sempre fondata su valori di impegno e dedizione, mantenendo l’obiettivo di ottenere risultati quelli reali.
Dalla panchina agli affari: un uomo versatile
Una delle caratteristiche più affascinanti di Gigi Fresco è la sua capacità di bilanciare il suo ruolo calcistico con una carriera professionale significativa. Ha ricoperto la posizione di direttore generale dei servizi amministrativi presso un istituto scolastico a Ravagno. La sua vita non è stata solo calcio; ha dedicato tempo al volontariato nelle carceri e ha lavorato con immigrati. È un uomo impegnato, che trova il modo di coniugare la passione per il calcio con il desiderio di aiuto, di offrirsi agli altri.
Ogni giorno Fresco si dedica anima e corpo agli allenamenti. La sua carriera sul campo mette in evidenza un curioso, ma impressionante, curriculum: un anno in terza categoria, quattro in seconda, quattro in prima, e così a seguire, per un totale impressionante di sedici anni spesi in varie categorie. Il suo obiettivo è ambizioso; non si tratta solo di vincere, ma di costruire qualcosa di duraturo, non solo per se stesso ma anche per il club e i giocatori che ha a cuore.
Un sogno di crescita costante
La Virtus Verona, la squadra che ha avuto in custodia, rappresenta più di un semplice club calcistico. Per Fresco, è un vero e proprio stile di vita, un modo di affrontare la routine quotidiana mantenendo però una certa vivacità. È noto per il suo approccio pragmatico; l’ideale è che ogni persona all’interno del gruppo cresca non soltanto come calciatore, ma anche come essere umano. Ogni giorno, lui si spende per ispirare i giovani talenti, instillando in loro la passione e la disciplina necessarie per eccellere.
Sebbene il suo compito sia incredibilmente impegnativo, Fresco non si lascia limitare. Con una ferma determinazione e una voglia inestinguibile di migliorare, il manager si è proposto di portare la Virtus Verona al livello successivo, con uno sguardo sempre attento alla cadetteria. Ogni allenamento, ogni strategia, ogni incontro, è concepito con un occhio al traguardo finale. I tifosi sperano con lui, incoraggiando quotidianamente questo uomo speciale che, senza dubbio, ha saputo scrivere una pagina importante della storia calcistica veronese. Gigi Fresco, per tutti, è rimasto semplicemente, “Gigi”.